Rassegna stampa a cura di Rosaria Barone


Recensioni da parte di famosi critici e storici dell'arte da "Il motivo floreale" 196 Comed, Milano e curato dal critico C. Franza : "Maestro di grande forza, di grande intensità e maestria, il Borrello si pone come una delle personalità pù vive nel campo del ritratto italiano..". M. Alessandra Montagnani Corriere dell'Arte 30 Marzo 1996 Torino ".. La ricerca che conduce il Borrello poggia su un saldo presupposto che consiste nel voler apportare innovazioni in ambito figurativo stabilendo un rapporto di continuità col passato...". Nel 1986 il catalogo "Arte moderna" di Giorgio Mondadori lo segnala quale "unico artista conosciuto che usa un particolare tratto con penna biro, anche per opere di grandi dimensioni (cm 70x100)". Nel 1979 la Guida I grandi Maestri del XX secolo" lo presenta quale autore di "magistrali opere d'arte": "Nella produzione artistica di Giuseppe Borrello il principio comunicativo assume tutta la sua assoluta e trasparente purezza. I cromatismi usati ritrovano in questo ambito tutto il loro naturale e istintivo senso pittorico, senza snaturarsi, e al fissaggio dell'immagine corrisponde una sorta di fissaggio estetico, di potenziamento dell'accessibilità estetica dell'immagine, e il documento iconografico è rispettato in modo assoluto: ogni ruga, ogni solco delviso determinano un'espressività profonda, appositamente caricata dei naturali atteggiamenti, tramite magistrali passaggi di chiaroscuro che denotano un profondo studio ed una perfetta padronanza del disegno. Ne deriva un potenziamento del senso di realtà, ben delimitato fisicamente e "topograficamente", trasfigurazione della realtà in immagine, immagine spazializzata. Una produzione in definitiva impostata e ricavata dai dati conosciuti, che si fonda sulla resa efficace e suggestiva della sostanza reale alla ricerca dell'autentica essenza di qualsiasi oggetto o soggetto il Borrello proponga nelle sue magistrali opere d'arte" Il critico A. Oberti lo definisce così :"Sempre alla ricerca della perfezione e del sublime, G. Borrello dimostra di essere un poeta dello spirito. Artista intimista e schivo, racchiude nel breve spazio delfoglio e della tela il suo inesauribile senso di osservazione e di interpretazione, rivelando una forza interiore che lo conduce sempre più verso zone fragranti di luce: una luminosità diffusa e persistente che sembra penetrare sotto lepidermide dei suoi numerosi personaggi e delle architetture, alleviando allo stesso tempo e illuminando anche le zone in ombra". Il Prof. raffaele Spinelli, docente di Storia Generale dell'Arte presso l'Università Cattolica del Perù nel 1976, in seguito a una perizia dei lavori del Borrello si esprime così: " la "tecnica della biro" - per me completamente nuova - mi riesce quanto mai interessante; ma più interessante ancora trovo la forza espressiva delle figure saldamente ancorate ad un senso del disegno che proviene dalla tradizione della grande arte... Mi colpisce, poi, in modo particolare la tecnica modernissima, che si adegua a certi filoni fondamentali della cultura e della civiltà dell'epoca in cui viviamo...". Ito De Rolandis, giornalista, scrittore di romanzi e saggi storici, in occasione del bicentenario del tricolore italiano commissiona al Borrello, in febbraio 1996, il ritratto di Giovanni Battista De rolandis (1772 - 1796) ideatore dei colori della bandiera italiana, dice questo di lui: ".. i suoi ritratti sono michelangio- leschi, le forme scultoree, i profili palpitanti. Dimostra di conoscere lanatomia in modo perfetto, qualtà questa indispensabile per i classici come Leonardo, Michelangelo stesso, Pinturicchio, Caravaggio.. Ed i corpi dei personaggi distesi o inginocchiati, rattrappiti o nelle morse di un tormento ricordano il grande Coausin seniores in quel prorompente Giudizio Universale che fece da guida al Dorè..."